Nel Salone Verde annesso alla parrocchia di Sant’Anna a Potenza si è svolta una conferenza stampa convocata da un ampio fronte sociale per denunciare la gravità della crisi idrica in Basilicata. Un tema che, come hanno ribadito i relatori, non nasce oggi: "È il risultato di un lungo accumulo di ritardi, opere incompiute, scelte mancate e cambiamenti climatici sempre più evidenti".
Gli interventi hanno messo in luce una situazione definita “di sistema”, perché coinvolge allo stesso tempo la scarsità d’acqua, l’invecchiamento delle infrastrutture e la debolezza della programmazione pubblica. I dati forniti dai comitati mostrano un quadro in rapido deterioramento: al 14 novembre 2025 negli invasi lucani risultano raccolti circa 95 milioni di metri cubi d’acqua. Un valore drasticamente più basso rispetto agli anni precedenti: 111 milioni nel 2024 e circa 280 milioni nel 2023. In soli due anni, dunque, sarebbero andati persi oltre 180 milioni di metri cubi di risorsa.
Nel corso degli interventi è stato sottolineato come, nonostante la consapevolezza diffusa dell’importanza delle infrastrutture idriche, molte opere strategiche risultino ferme o incomplete. La diga di Monte Cotugno viene citata come esempio emblematico: lavori attesi da anni, interventi programmati e poi rallentati, adeguamenti mai portati realmente a termine. Anche sul Camastra, altro invaso fondamentale per gli approvvigionamenti regionali, i movimenti denunciano una quasi totale assenza di attività, sia nei lavori di manutenzione sia nelle operazioni di sfangamento necessarie a mantenere la piena efficienza della struttura.
Tra i relatori, Decio Di Bello di Potere al Popolo Basilicata, ha sostenuto che la crisi non può essere ridotta a un fenomeno circoscritto alla Basilicata: "Rientra, invece, in un quadro più ampio che investe l'intero Mezzogiorno". Tuttavia, sostengono i relatori, la Basilicata paga in modo più acuto la fragilità delle proprie infrastrutture, perché dipende quasi totalmente dalle dighe per il fabbisogno idrico civile, agricolo e industriale. Se gli invasi si svuotano e le opere restano in ritardo, l’intero sistema entra rapidamente in sofferenza.
A partecipare alla conferenza, sono stati esponenti di Potere al Popolo Basilicata, dell’Unione Sindacale di Base, dell’Associazione di Base dei Consumatori, del coordinamento Cambiare Rotta, dell’Opposizione Studentesca d’Alternativa, del Collettivo Umanitàx, oltre ai rappresentanti dei comitati territoriali di Anzi, Picerno, Acerenza e Rapolla, e ai movimenti degli agricoltori del Lavellese e del Metapontino. Una rappresentanza che ha voluto rimarcare l’impegno portato avanti dall’anno scorso nel chiedere interventi immediati sulle infrastrutture idriche, senza ottenere risposte ritenute adeguate.













