VISIONI, OCCHI DI DONNA PER LA BASILICATA: ANNA RUSSELLI SEGRETERIA CGIL

La puntata odierna di Visioni, occhi di donna per la Basilicata, sarà dedicata ad esplorare le dinamiche femminili nel mondo del lavoro. Ci accompagna in questo viaggio, fatto ancora troppo spesso di discriminazione, Anna Russelli, della segreteria Cgil di Basilicata.

"La condizione della donna negli ultimi decenni è molto cambiata, infatti si dice che la rivoluzione femminista sia l'unica che ha lasciato un impatto duraturo, per alcune conquiste che sono consolidate, anche se ci sono tanti altri diritti che vengono messi continuamente in discussione", dice Russelli. 

Per quanto riguarda il lavoro: "E' indiscutibile che la partecipazione della donna al mercato del lavoro sia aumentata negli ultimi decenni. Ma è una condizione ancora pesantemente arretrata rispetto a tanti paesi europei. Nello specifico in Italia persiste un gap tra la presenza maschile e femminile nel mercato del lavoro è ancora consistente si pensi che il tasso di occupazione differisce di 17 punti in Basilicata ancora peggio, perché sebbene per alcuni fattori siamo un po' più avanti. 

Ma le donne lucane, che hanno curricula estremamente brillanti e preparate, anche rispetto ad altre regioni del Sud, quando arrivano ad entrare nel mondo del lavoro vedono rompersi qualcosa. Una situazione certificata anche da uno studio dell'Ires"

Perché le donne non riescono a spendere le loro competenze? "Non riusciamo a spendere questa competenza perché ci sono dei fattori culturali talmente radicati che ci impediscono la presenza radicata nel modo del lavoro o anche in politica. non perché le donne non amino la politica ma perché ci sono una serie di gabbie che costringono le donne in ruoli stereotipati.

Oggi il nodo fondamentale è la cura, non solo della propria famiglia ma anche di quella di provenienza, considerato che la popolazione invecchia. Ci vorrebbero degli interventi statali su questo fronte perché la cura è interamente sulle spalle della donna. Culturalmente siamo ancora impregnati in questa cultura, che bisognerebbe scardinare attraverso strumenti strutturali. Bisogna agire non con i bonus, ma con leggi che favoriscano il riequilibrio del nucleo familiare".