ALDO MORO TRA STORIA E PRESENTE

Una giornata di riflessione sulla storia repubblicana con l’evento “Aldo Moro raccontato da Marco Damilano”. Promosso nell’ambito della rassegna “Consiglio e Cultura: la casa dei lucani” del Consiglio regionale della Basilicata, l'incontro ha riportato alla luce la figura e l’eredità politica dello statista, in una sala gremita che ha visto protagonisti anche numerosi studenti.

Il presidente del Consiglio regionale, Marcello Pittella, ha aperto il suo discorso salutando le autorità e, in particolare, i circa cinquanta studenti presenti dell’Istituto comprensivo “Don Milani-Leopardi” e del Liceo Classico “Quinto Orazio Flacco” di Potenza.

Pittella ha evidenziato l’impegno del Consiglio nel dialogare con le nuove generazioni: “Abbiamo voluto avviare una riflessione profonda sulla memoria storica perché la società di oggi è spesso segnata da improvvisazione e superficialità”.

Il Presidente ha criticato la superficialità della cosiddetta ‘verità’ costruita sui social, che definisce un “insieme di titoli e slogan che finiscono per diventare percezione di realtà”. Ha poi lanciato un fermo appello alla responsabilità della classe dirigente, invitando a essere “all’altezza dei tempi e dei nostri ruoli” e a non giustificarsi con motivazioni di comodo, un atto che definirebbe “un tradimento”. L'obiettivo, ha concluso, è superare “logiche di convergenza forzata e steccati angusti” che mortificano la società e la politica.

Il Vice Presidente del Consiglio regionale, Angelo Chiorazzo, ha ringraziato Marco Damilano per aver condiviso un “momento di grande intensità culturale e civile”. Chiorazzo ha rimarcato come il ricordo di Moro non sia solo un esercizio di memoria, ma un richiamo alla responsabilità politica e istituzionale attuale.

Ha ricordato Moro come un uomo di dialogo, mediazione e inclusione, valori centrali nella sua azione sia interna che nella politica estera. La sua visione, fondata su pace e cooperazione internazionale, era proiettata nel Mediterraneo e nel cuore dell'Europa, come testimoniato dalla legge n. 962 del 1967 contro il genocidio, ancora oggi di grande rilevanza.

Protagonista dell’incontro, presentato dalla giornalista Nicoletta Altomonte, è stato il giornalista, saggista e opinionista Marco Damilano, autore del libro “Un atomo di verità”. L’opera ripercorre i tragici “55 giorni” del rapimento e dell'omicidio di Moro, spingendosi oltre la cronaca per analizzare l'eredità politica dello statista.

Damilano ha sottolineato come la narrazione di Moro sia indissolubilmente legata agli eventi del presente. “Parlare oggi di Aldo Moro significa parlare del Mediterraneo e della questione palestinese”, ambiti che lo statista aveva individuato con lucidità come chiavi per una possibile soluzione di pace.

La seconda, e forse più urgente, riflessione di Damilano riguarda la lezione politica di Moro, oggi più attuale che mai. In un’epoca segnata dalle polarizzazioni, dove “la politica viene intesa come scontro all’arma bianca con il nemico”, perfino nella democrazia americana, Moro insegna il contrario.

“Parlare di Aldo Moro significa invece ricordare che la politica è costruzione, dialogo e ricerca di consenso”, ha affermato Damilano. Il consenso, ha aggiunto, si ottiene “parlando con le persone e non distribuendo odio verso l’avversario”. Se dovesse riassumere la lezione di Moro in una sola parola, il giornalista direbbe proprio: “dialogo”.

La visione di Moro, orientata al compromesso e al rafforzamento delle istituzioni democratiche in un Paese dalla "passionalità intensa ma dalle strutture fragili", trova il suo culmine nella sua stessa, tragica profezia: “Io ci sarò come un punto irriducibile di contestazione e alternativa”. Il suo sacrificio rimane uno spartiacque per l'Italia, l’inizio di un dramma nazionale e di una lunga rimozione che, grazie a iniziative come questa, può essere finalmente elaborata.

Al termine dell’evento il Presidente e il Vicepresidente del Consiglio regionale della Basilicata, insieme ai consiglieri Michele Napoli e Antonio Bochicchio, al Dirigente Generale, Nicola Coluzzi, hanno conferito al giornalista romano la medaglia celebrativa del cinquantennale della Regione Basilicata e il catalogo della mostra documentaria, a cura di Donato Verrastro “La prima fede e l’ultima inquietudini-Emilio Colombo a cent’anni dalla nascita”.


 

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