“Da oggi ecco la Nuova Jeep Compass, tutta italiana, con tecnologia ibrida ed elettrica, in produzione a Melfi per un mercato globale che torna a essere uno degli asset industriali strategici di Stellantis in Europa.
Nello stabilimento lucano parte ufficialmente la produzione della nuova generazione, un modello completamente progettato, sviluppato e destinato ai mercati globali. La Nuova Compass, la terza generazione del Suv globale di Jeep, brand del gruppo Stellantis, nello stabilimento di Melfi, in Basilicata è progettata, ingegnerizzata e costruita in Italia”.
E' quanto dichiarano congiuntamente Antonio Spera, Segretario Nazionale Ugl Metalmeccanici, Florence Costanzo Segretaria della federazione Lucana e, Giuseppe Palumbo UglM Potenza per i quali, “adesso bisogna coltivare il Piano Italia con fatti concreti. Per Stellantis l’ultimo anno è stato intenso, non privo di difficoltà ma tutti insieme, abbiamo lavorato sodo per rispondere alla sfide globali del nostro settore, mettendo al centro un grande Piano per l’Italia che Stellantis sta rispettando e che conferma che questo Paese è strategico nelle attività mondiali del gruppo.
Costruita sulla piattaforma Stla Medium, la Nuova Compass unisce le capacità della categoria, il design di Jeep, la tecnologia avanzata e la completa libertà di scelta dei propulsori, offrendo ai clienti la possibilità di scegliere la tecnologia che meglio si adatta alle loro esigenze, da - gli ibridi efficienti all’alimentazione completamente elettrica. Melfi, in Basilicata – aggiungono Spera, Costanzo e Palumbo - nel 2014 è diventato il primo sito di produzione Jeep al di fuori del Nord America, producendo inizialmente la Renegade e successivamente la Compass, comprese le pionieristiche versioni ibride plug-in 4xe.
Da allora, oltre 2,3 milioni di veicoli Jeep sono usciti dalle sue linee. Il complesso Stellantis di Melfi nella nuova generazione di Compass si conferma uno dei modelli più ampiamente disponibili nella gamma globale di Jeep. Le unità prodotte a Melfi saranno commercializzate in 60 Paesi in tutto il mondo in Europa, Medio Oriente e Africa, Asia, Australia e Nuova Zelanda. Rimane centrale e fondamentale la garanzia dell'indotto che occupa migliaia di lavoratori e che è il più colpito in questa fase.
Ci aspettiamo che l'Ad Antonio Filosa traduca in fatti concreti gli impegni che si e' assunto nell'ultimo incontro a Torino. Come UGL Metalmeccanici, reiteriamo non solo la revisione delle politiche Ue sulla Co2, ma anche l’applicazione concreta e definitiva del principio di neutralità tecnologica. Anche perché le infrastrutture necessarie alla circolazione delle auto elettriche sono carenti, manca una strategia efficace contro le pratiche di dumping attuate sistematicamente dai costruttori cinesi ed è assente un sistema di protezione specifico per le lavoratrici e i lavoratori del settore.
È necessario – concludono i segretari UglM - un approccio pragmatico che dia risposte puntuali per auto, veicoli leggeri, pesanti e flotte aziendali, valorizzando tutte le soluzioni motoristiche, e non solo quella elettrica, in grado di contribuire al condivisibile obiettivo della decarbonizzazione per far ripartire da Melfi, tutti i siti industriali automobilistici in Italia”.














