"Mio nonno, Cavaliere di Vittorio Veneto, difese l'Italia dalla invasione degli austriaci, io invece da agricoltore oggi devo difendere i miei terreni dai cinghiali". Dal Risorgimento ai giorni nostri.
E' il grido di allarme di Maurizio Daloisio, intervenuto nel corso del Consiglio provinciale aperto che si è tenuto ieri a Policoro.
Il problema della fauna selvatica che distrugge le colture è ricorrente.
"E' mancato un vero e proprio studio di fattibilità sulla presenza dei cinghiali del territorio lucano - dice D'Aloisio - e la politica ha preferito fare come Ponzio Pilato".
Ma le rimostranze non giungono soltanto dal Metapontino che rappresenta una delle eccellenze del comparto agricolo in Basilicata ma anche dalle aree interne.
E' il caso di Donato Dinnella, referente del presidio spontaneo di Grassano scalo che racchiude gli agricoltori di dieci comuni.
"Molte aziende che a ridosso del Parco di Gallipoli Cognato - hanno avuto danni provocati da lupi, caprioli, cervi e daini.
Senza contare poi sulla burocrazia legata alle procedure di risarcimento".
L'altra nota dolente attiene la viabilità e la risorsa idrica. "Con la S.p. 4 invece di uscire dall'isolamento i problemi sono rimasti in quanto l'arteria verte in una situazione penosa che si aggiunge alla precarietà delle strade rurali.
Su questo versante va detto che le risorse per i Comuni sono esigue. In alcune contrade, invece, manca l'acqua potabile.
Fare impresa agricola in questo modo - sbotta il giovane imprenditore - è molto arduo".













