Non si placa la protesta dei trattori in Basilicata. Gli agricoltori del Vulture Alto Bradano oggi si sono dati appuntamento ai pedi del castello di Melfi, dopo che ieri avevano portato la loro voce nall'interno dell'area industriale di San Nicola.
Chiedono di poter continuare a lavorare, a produrre, a esistere. Una esistenza resa difficile non soltanto dalle difficoltà legate ai cambiamenti climatici, ma soprattutto da politiche europee e nazionali che ritengono ingiuste. Gli agricoltori, in sostanza, dicono no alle strategie green ad ogni costo, anche a scapito della sostenibilità economica.
Ma anche a provvedimenti dello stato italiano come la legge di bilancio 2024, che ha cancellato l'esenzione Irpef per gli agricoltori: il ritorno della tassazione "normale" per i redditi agrari e dominicali potrebbe essere una vera iattura per le aziende già gravate dalle conseguenze di annate agrarie dove le bizze del meteo hanno pesantemente condizionato le produzioni.
Senza contare gli aumenti esponenziali delle materie prime. Di qui la protesta che, nata spontanenamente ed al di là di ogni bandiera sull'esempio della di quanto già avvenuto in Gernmania ed in Francia sta attraversando tutta l'Italia e la Basilicata.
Un lungo corteo di trattori ha attraversato tutta la città normanna, per circa tre ore, e poi i trattori si sono fermati alle porte della città. Il grido di protesta degli agricoltori è stato raccolto e fatto proprio dal sindaco di Melfi, Giuseppe Maglione. In giornata gli agricoltiriu hanno ricevuto la visita anmche di altri esponenti politici.
Domani un a delegazione sarà a Potenza per essere ricevuta dall'assessore regionale all'Agricoltura, Alessandro Galella.