QUANDO LA MENTE VA IN SCENA: DIALOGHI TRA CURA E TEATRO

QUANDO LA MENTE VA IN SCENA: DIALOGHI TRA CURA E TEATRO

Una nuova e intensa produzione del Teatro Franco Parenti arriva al Cittá delle 100 Scale Festival. In scena al Teatro Francesco Stabile lunedì 10 novembre, sipario ore 21.00.

Lo spettacolo rientra nell’attuazione del progetto di comunicazione “La mente in scena” finanziato dal Programma Nazionale “Equità nella salute 2021-2027” e realizzato dalla Regione Basilicata nell’ambito della Politica di Coesione (fondi FESR e FSE+).

Lo spettacolo sarà preceduto da un incontro pubblico “Quando la mente va in Scena. Dialoga tra cura e teatro" presso il ridotto del teatro F. Stabile alle ore 18.30, a cui parteciperanno Giovanni Razza – psicologo psicoterapeuta- Dipartimento Salute Mentale Azienda Sanitaria Potenza e Gianni Forte – drammaturgo e regista teatrale. Introduce e conduce Francesco Scaringi, codirettore del Città delle 100 Scale Festival. 

Lo spettacolo, scritto da Gianni Forte e diretto da Fausto Cabra, è un viaggio teatrale dentro la mente inquietante di Billy Miligan – il primo caso giudiziario americano in cui la diagnosi di disturbo dissociativo dell’identità lo fa assolvere- dove verità e finzione si sovrappongono, ricordi e menzogne si confondono, e l’identità si frammenta in ventiquattro voci diverse.

Il testo originale, firmato da Gianni Forte (metà del celebre duo ricci/forte, attuale Direttore Artistico Inter/Nazionale dei Teatri di Bari), affronta il tema della molteplicità dell’io e della fragilità dell’identità contemporanea, trasformando la cronaca in un’indagine filosofica e politica.

“Un testo teatrale originale - afferma Forte - che indaga la natura poliedrica della mente e prova a smascherare il falso-mito, ormai imperante, dell’essere sé stessi. Uno specchio teso alla nostra società x dove le molteplici interazioni digitali dettano comportamenti distorti e ispirano sembianze proteiformi, spingendoci a sviluppare personalità avatar, talvolta contraddittorie, per rispondere alle ingiunzioni/sirene che dovrebbero tirarci fuori dalle nostre profonde solitudini e ci conducono, invece, a uno stato mentale alterato, mentre sullo sfondo dei nostri traumi e paure danzano ombre dalle forme indeterminate”. 

Per Fausto Cabra – attore e regista che ha lavorato con maestri come Luca Ronconi, Carlo Cecchi e Giorgio Barberio Corsetti – questo spettacolo rappresenta un atto politico: smascherare la falsa certezza di un’identità unica e coerente. “Il teatro”, afferma Cabra, “è il luogo in cui si rischia, ci si espone, si accoglie la complessità, si gioca con la finzione per mostrare ciò che è nascosto”.

“Attraverso Billy, ragazzo dall’infanzia tormentata e dalla mente fratturata, abbiamo provato a costruire un’indagine nelle regioni più scomode e disturbanti dell’essere umano. Questo spettacolo rifiuta le semplificazioni e invita il pubblico a convivere con le sfumature, a riconoscere la molteplicità e l’incoerenza come parti costitutive del nostro essere. Il teatro, qui, diventa un atto politico e un esercizio di coraggio”.

Sul palco grandi protagonisti/e: Raffaele Esposito, Anna Gualdo e Sara Putignano si muovono tra legal-thriller, dramma psicoanalitico e meta narrazione   teatrale, dando corpo e voce alle molteplici personalità di Billy e ai fantasmi della sua memoria.

L’impianto sonoro curato da  Mimosa Campironi è ispirato al rock psichedelico degli anni ’70, la drammaturgia sonora si configura come un viaggio frammentario all’interno della psiche del protagonista. La scrittura musicale originale richiama l’energia e l’innovazione di icone come Talking Heads, Laurie Anderson, Led Zeppelin e Deep Purple, creando un linguaggio polifonico capace di esprimere le molteplici personalità di Billy Milligan. Come evidenzia Michel Chion con il concetto de “I suoni dell’orribile”, l’inclusione di suoni disturbanti – sussurri, rumori evanescenti e frammenti acustici – risulta fondamentale per trasmettere il dolore e il disagio celati dietro la frammentarietà dell’identità del protagonista. Lo spettacolo sarà preceduto da una riflessione letteraria sul libro di Daniel Keyes, “Una stanza piena di gente”. L’iniziativa rientra nell’ambito dell’Autunno letterario in collaborazione con il comune di Potenza.

Gianni Forte è drammaturgo, regista, attore e traduttore. È una delle figure più influenti della scena teatrale europea. È stato Co-Direttore Artistico (2021-2024) del settore Teatro della Biennale di Venezia e dal 2025 è Direttore Artistico Inter/Nazionale dei Teatri di Bari. È membro del consiglio di amministrazione del GIFT International Festival di Tbilisi e co-fondatore dell’ensemble ricci/forte performing arts, nato nel 2006 e riconosciuto per le sue creazioni radicali e immersive. Nel 2024 ha curato la traduzione di La morte difficile di René Crevel per Ventanas Edizioni. 

Attore e regista, Fausto Cabra è una delle voci più originali del teatro italiano contemporaneo. Formatosi con maestri di rilievo, ha lavorato a lungo con Luca Ronconi, partecipando anche all’ultima regia del grande maestro, Lehman Trilogy. Nel corso della sua carriera ha collaborato con Carlo Cecchi, Giorgio Barberio Corsetti, Mario Martone, Valerio Binasco e Claudio Longhi, spaziando dai classici alla drammaturgia contemporanea. Negli ultimi anni ha consolidato un forte legame con il Teatro Franco Parenti, dove è stato protagonista di “Scene da un matrimonio” di Ingmar Bergman (regia Raphael Tobia Vogel) e di “Il misantropo” e “Chi come me” diretti da Andrée Ruth Shammah. Con Schegge di memoria disordinata a inchiostro policromo  prosegue il suo percorso di ricerca su identità, memoria e finzione scenica.


 

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