POTENZA, CONFRONTO SUL SISTEMA INTEGRATO ZEROSEI: TRA ESPERIENZE E PROSPETTIVE

Un dialogo per ripensare l’infanzia come bene comune. Questa mattina, 3 novembre 2025, nella Cappella dei Celestini a Potenza, si è tenuto il tavolo di confronto sul Sistema Integrato 0–6, appuntamento finale del Settembre Pedagogico 2025 promosso dal CIDI Potenza in collaborazione con il Comune. 

L’incontro ha rappresentato un momento di dialogo tra amministratori, referenti del Cidi e esperti del settore chiamati a riflettere sulla costruzione di una scuola dell’infanzia inclusiva, partecipata e integrata con il territorio.

La vicesindaca del comune di Potenza Federica D’Andrea, intervenendo all’apertura dei lavori, ha sottolineato il valore della proposta educativa promossa dal CIDI: “L'idea è quella di una scuola diversa, democratica. Oggi parliamo del sistema 0–6 ma anche della necessità di confrontarci con altre realtà, come quella pugliese, che ci offrono esperienze e modelli già consolidati”. Presente infatti Gheti Valente, componente del Comitato scientifico del Sistema Integrato 0–6 del Comune di Bari, invitata per raccontare l’esperienza maturata in Puglia e considerata una delle “buone pratiche” a livello nazionale. Dopo l’emanazione del decreto legislativo 65/2017, Bari è stata tra i primi comuni italiani a costituire formalmente il “Comitato per il Sistema Integrato 0–6”, previsto proprio dall’articolo 8 del decreto.

Differente è la situazione nel capoluogo lucano. Come conferma Daniela De Scisciolo, presidente del CIDI Potenza: “Le politiche 0–6 da noi sono ancora in una fase iniziale. È da anni che sollecitiamo azioni concrete, poi le cose sono rimaste ferme. Quello di oggi è un tavolo istituzionale proprio per sollecitare ciò che bisogna mettere in campo". 

La sollecitazione comincia proprio dal racconto di un'azione concreta. Nel suo intervento, Gheti Valente ha raccontato l’esperienza di Bari, spiegando che: “Il segreto del nostro percorso sta nelle persone. Ci sono state figure appassionate che hanno creduto davvero in un progetto educativo per i più piccoli. Ma bisogna partire dalla formazione: non significa solo creare cultura dell’infanzia, ma anche dare piena attuazione al decreto legislativo 65". 


 

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