"Nel 2023, due anni fa, la Giunta regionale approvava le linee d’indirizzo dell’aggiornamento del Piano di Indirizzo Energetico Ambientale (PIEAR); e quelle sono rimaste e anche il Piano del 2010. È passata tanta acqua sotto i ponti!!!" Lo dichiara il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Piero Lacorazza.
"Non c’è ancora un nuovo Piano in un contesto di disposizioni nazionali, che attribuiscono alle Regioni il compito di individuare le aree idonee per la produzione di energia da fonti rinnovabili, come stabilito dal D.lgs. 199/2021. Si evidenzia, inoltre, che la Regione Basilicata non ha ancora adeguato la propria normativa al D.lgs. 190/2024, recante la disciplina dei regimi amministrativi per la produzione di energia rinnovabile, entrato in vigore il 30 dicembre 2024 e da recepire entro sei mesi.
Eppure su nostra proposta il Consiglio regionale ha approvato un chiaro indirizzo rispetto alla necessità di cambiare la legge 8/2012 così come quello di istituire un Fondo 2050 per lo Sviluppo Sostenibile". "Non sottolineo che - aggiunge l'esponente del Pd - siamo indietro su Conto Termico 3.0, mercato dei crediti di carbonio, Comunità Energetiche Rinnovabili e restiamo ultimi insieme alla Calabria a non avere un Piano Regionale per lo Sviluppo Sostenibile in attuazione dell’Agenda 2030 ONU. Il buon senso ci farebbe dire che siamo a zero, dopo 6 anni di governo Bardi, siamo alle chiacchiere sulla transizione".
"La risposta potrebbe essere: caro Lacorazza per tutte le cose che dici ammettiamo il ritardo e per questo abbiamo siglato l’accordo con il GSE (Gestore dei Servizi Energetici). Se ci fosse l’ammissione di non essere stati all’altezza di questa sfida - evidenzia Lacorazza - si potrebbe creare anche una condizione di dialogo; pronti a dare il nostro contributo di proposte. Con delibera di Giunta 544/2025 del 22 settembre si è approvato lo schema di protocollo, siglato oggi, tra la Regione Basilicata e il GSE finalizzato alla collaborazione nel settore energetico. Ma il ritardo è evidente così come il confuso e assente contesto a cui ho fatto riferimento".
"Torneremo sull’argomento ma - continua Lacorazza - in via preliminare segnaliamo alcune evidenti contraddizioni e lacune. Il 'Bonus gas' come annunciato, costruito e governato non è una misura da transizione, che genera processi virtuosi: una scelta piatta, sia nel senso del reddito che di un risparmio inteso come escamotage, neanche ben fatto, normativo e tecnico. Facciamo notare l’assenza di considerazione nel protocollo d’intesa della S.E.L. (Società Energetica Lucana) relegata dal Governo della Regione a un 'visto' di due righe nel corpo della delibera; abbiamo depositato una proposta di legge per rilanciarne il ruolo. E infine sarebbe interessante capire, a meno che non si tratti di un refuso, cosa si intende per la creazione di un distretto energetico in Val d’Agri perché è indicato nelle premesse e non negli obiettivi dell’intesa".