Poco più di 110 grammi di pane al giorno, in media 41 chili di pane a testa ogni anno. Nonostante il sensibile calo del consumo, il pane non manca mai sulle tavole dei lucani. Per Cia-Agricoltori la Giornata Mondiale del Pane (16 ottobre) è un'occasione per mettere in luce la filiera produttiva, che include l'agricoltura (produzione di cereali) e l'artigianato (panificazione).
Associazioni come la Cia si adoperano per valorizzare questo legame e il lavoro dei produttori. Dietro ogni forma di pane c’è un sapere antico fatto di gesti, tempo e passione. C’è il lavoro dei contadini che coltivano il grano, dei mugnai che lo trasformano in farina e dei panificatori che, ogni giorno, danno vita a un alimento capace di unire tradizioni e comunità in ogni parte del mondo. La Giornata Mondiale del Pane è anche un invito a riflettere sul valore del cibo, sulla lotta allo spreco e sull’importanza di garantire a tutti un’alimentazione sana e sostenibile.
Celebrare il pane significa riconoscere la sua forza quotidiana: semplice, essenziale e universale. Intanto è necessario cogliere le nuove tendenze dei consumatori. Tra coloro che consumano abitualmente pane, quello di farina bianca è consumato dal 72%, mentre coloro che dichiarano di consumare pane di farine integrali ammontano al 39%: una percentuale in costante crescita rispetto al recente passato. Inferiori, ma in ogni caso significative, sono le percentuali – rispettivamente del 28% e del 24% – di coloro che consumano anche pane di semole di grano duro o di farine multi-cereali .
Sempre in tema di tendenze, il 24% dei consumatori dichiara che intende incrementare il proprio consumo di pane ottenuto da farine bio, il 19% da farine di grani antichi e il 18% da farine macinate a pietra. Solo il 14% dei consumatori intende invece puntare su un consumo maggiore di pane ottenuto da farine di soli grani nazionali/regionali. Quanto al prezzo del pane – da noi simboli sono il pane di Matera e il pane casereccio- che ha subito in pochi anni aumenti consistenti, Leonardo Moscaritolo, cerealicoltore di Melfi, presidente Gruppo Lavoro Nazionale cereali Cia e dirigente Cia Potenza, coglie l’occasione della Giornata per spiegare ai consumatori che non c’è alcuna responsabilità dei cerealicoltori la catena fondamentale della filiera e contemporaneamente quella che dagli aumenti dei prezzi al banco guadagna poco o nulla.
Da ottobre 2022 ad oggi, il prezzo del grano duro riconosciuto ai cerealicoltori lucani è crollato del 44%, passando da 490 euro a 277 euro alla tonnellata, cifra – quest’ultima - relativa alle ultime quotazioni stabilite in queste settimane alle Borse Merci di Foggia e di Bari. Mentre il corrispettivo riconosciuto ai produttori è in continua discesa, i costi di produzione per seminare, coltivare e raccogliere grano duro sono aumentati in modo rilevante, fino a superare i 1.200 euro per ettaro. Senza le misure di Granaio Italia, il nostro Paese non ha nessuno strumento contro la concorrenza sleale. Per giunta, nonostante la carenza di prodotto nazionale e la continua richiesta da parte dei consumatori di prodotti 100% italiani, le quotazioni dei cereali - dice Moscaritolo - sono sempre più mortificanti per gli agricoltori”.