IL CINGHIALE LUCANO NEI PIATTI DEI LUCANI PRESENTATA LA FILIERA

Da problema a risorsa: al via la filiera corta del cinghiale lucano: abbattuto dai selecontrollori nei boschi lucani, macellato e trasformato in Basilicata, pronto a finire nei piatti dei lucani sotto  forma di manicaretto. Presentata questa mattina alla Regione, dall'assessore all'Agricoltura Carmine Cicala, la filiera del cinghiale che ha preso il via con i primi 700 capi abbattuti.

“Non ci siamo limitati a contenere un’emergenza – ha dichiarato l’assessore Cicala – abbiamo creato un vero e proprio modello, il Modello Basilicata, che sta attirando l’attenzione di altre Regioni e dello stesso governo centrale, basato su azioni integrate, collaborazioni fra diversi attori pubblici e privati del territorio, visione di lungo periodo”.

Il progetto, partito ufficialmente il 9 aprile 2025 e affidato alla società Ecowild S.R.L., mira a ridurre in modo significativo il numero di cinghiali, trasformando al contempo l’emergenza in una filiera economica sostenibile. Fondamentale è stata la sinergia tra istituzioni: Ufficio Politiche Ittiche e Venatorie, Direzione Generale, Comuni del PO Val d’Agri, Enti gestori aree protette, cittadini e associazioni venatorie, agricoltori e associazioni di categoria e tutti gli amministratori dei territori interessati.

Uno degli aspetti più innovativi del progetto è la valorizzazione della carne di cinghiale, che da rifiuto da smaltire diventa oggi una risorsa economica, anche grazie ai numerosi controlli qualitativi e sanitari che sono tra i pilastri più stabili dell’intera filiera.

L’obiettivo è chiaro: creare una filiera agroalimentare permanente, con carni e salumi certificati, a km zero e a marchio “Compro Lucano”, pronti a conquistare mercati e ristorazione, rafforzando anche il brand regionale.


 

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