Nel solo mese di luglio a Venosa risultano soppressi ben 42 turni del servizio 118, una situazione inaccettabile che rischia di mettere in pericolo la sicurezza e la salute di un’intera comunità. I tempi di intervento previsti dalla legge potrebbero essere disattesi.
L’assessore Latronico chiede di non generare allarmismi, ma non possiamo tacere la nostra preoccupazione né attendere che accada l’incidente per prendere una posizione: la buona politica, oltre a programmare l’estate in città e tagliare nastri, dovrebbe prevenire e gestire alcuni fenomeni, pur nella consapevolezza della loro complessità.
Esprimiamo forte preoccupazione per la mancanza di iniziativa politica e istituzionale generale, a tutti i livelli. Mentre altrove le amministrazioni locali intervengono con decisione per sollecitare azioni concrete, a Venosa registriamo una sorprendente inerzia politica, che sembra più orientata verso la gestione di eventi e manifestazioni di intrattenimento che non verso la tutela della salute della comunità.
È assurdo che le cittadine e i cittadini di Venosa siano lasciati soli di fronte a un’emergenza così grave. Perché l’Azienda Sanitaria Locale decide di destinare prioritariamente il personale infermieristico al Punto di Primo Intervento (PPI), privando così di fatto il servizio ambulanza del 118 di risorse fondamentali? Questo genera un paradosso significativo: il cittadino chiama il 118, ma l’ambulanza potrebbe non arrivare, perché il personale è impiegato altrove.
Per questo motivo, come gruppo consiliare M5s, abbiamo formalmente richiesto un’audizione urgente dell’assessore Cosimo Latronico in IV Commissione, al fine di individuare soluzioni immediate ed efficaci alla crisi sanitaria venosina.
Chiediamo alla Regione Basilicata interventi tempestivi, meno foto e meno flash, ma più soluzioni concrete. Sappiamo bene che il piano sanitario regionale è in fase di elaborazione, per questo al governo regionale chiediamo massima attenzione per ciascun territorio. La natura orografica e la realtà infrastrutturale della nostra regione richiedono un supplemento di sforzo: abbiamo vitale bisogno di un 118 pienamente attivo, funzionante e capillarmente diffuso sul territorio.
Le amministrazioni comunali devono prestare massima vigilanza e il governo regionale deve tener conto di ogni singola specificità per garantire quanto previsto dal dettato costituzionale: equo e sostanziale accesso cura per ogni cittadina e per ogni cittadino.
Così il Gruppo Uniti per Venosa: " Il diritto alla salute è un diritto inviolabile, garantito dalla Costituzione. Ma a Venosa, oggi, è solo una promessa mancata. In una città dove un tempo sorgeva un ospedale di eccellenza, ora le persone rischiano di morire per mancanza di un’ambulanza.
A questa situazione si aggiunge un’altra grave questione: il progetto per l’elisoccorso notturno, fondamentale per i territori interni e marginali come il nostro, non riceve le dovute attenzioni né risorse. Ci chiediamo: come si possono considerare “prioritari” altri interventi, mentre si mettono in secondo piano i servizi che possono salvare vite umane?
Uniti per Venosa chiede con forza il ripristino immediato del servizio 118 in città, con mezzi e personale stabili ed efficienti, e la riapertura di un confronto serio sulle reali priorità sanitarie per il nostro territorio, incluso l’avvio del servizio di elisoccorso notturno.