“L’incontro tra l’assessore regionale Cosimo Latronico con il segretario regionale del PSI e il collega Antonio Bochicchio apre un ulteriore spazio di confronto sui criteri di riparto del Fondo sanitario nazionale, mentre il futuro dell’Italia e le scelte del Governo Meloni sembrano essere strette tra l’alto debito pubblico e gli impegni Nato”. Lo dichiara Piero Lacorazza, capogruppo del Pd in Consiglio regionale.
“Ai compagni socialisti – prosegue Lacorazza - diamo atto di questo ragionamento e lo seguiremo con attenzione e disponibilità. Leggo che il collega Mario Polese prova a inserirsi nel dibattito sottolineando due aspetti, che più che di sanità potremmo declinare come risposte alle fibrillazioni in corso nella maggioranza a sostegno di Bardi. Polese coglie l’occasione per difendere Latronico dagli attacchi di Azione e dalle criticità espresse dal suo collega di partito Luca Braia. E aggiungo che il deficit in sanità, pagato con i soldi delle compensazioni petrolifere sottratte alle imprese e al lavoro, non è questione che attiene solo al riparto, è un problema generato anche dal governo della Regione; e Bardi la guida da sei anni”.
“La seconda cosa che mi sorprende da parte del collega Polese – evidenzia l’esponente del Pd - è l’assenza di un accenno al suo leader Matteo Renzi che inchioda la premier Meloni, definendola influencer, sulle responsabilità di governo relative anche alla Sanità. Certo nessuno ha la bacchetta magica ma neanche l’anello al naso; il collega Polese ha colto l’occasione dell’incontro tra l’assessore Latronico e i socialisti per sostituirsi a Fratelli d’Italia e rispondere ad Azione, magari aprendosi qualche ulteriore spiraglio di benemerenza da parte del Presidente Bardi”.
“Nel sottolineare questi aspetti politici, per evitare che sfuggissero al dibattito in corso, rilanciamo nel merito una nostra proposta di legge, che a breve riguarderà la discussione e il voto in Consiglio regionale, e che chiede innanzitutto che il Fondo Sanitario cresca in rapporto al PIL, anche con l’obiettivo di abbattere le liste d’attesa, e che vengano considerati i territori che sono più ‘interni’ laddove il rapporto tra geografia e demografia è appunto più complesso. Senza giri di parole – conclude Lacorazza - portiamo al prossimo Consiglio regionale la legge ed approviamola all’unanimità”.