“Le sorgenti di Marsico Nuovo per dissetare o merce a disposizione di Eni?”: si è tenuto oggi, sabato 25 gennaio 2025, alle ore 17,30, nella sede del Cestrim in via Sinni a Potenza, l'incontro organizzato dai rappresentanti del Comitato Acqua Pubblica “Peppe Di Bello” con i No Triv.
Una discussione per illustrare i contenuti di una lettera che nove associazioni hanno inviato a numerosi enti, dai ministeri alle procure, passando per comuni e regioni Basilicata e Puglia, denunciando gravissime omissioni che riguardano la pianificazione e gestione delle acque in Basilicata, con particolare riferimento all’approvazione del Piano di Tutela delle Acque e alla definizione delle Aree di Salvaguardia attorno ai punti di prelievo.
Si è discusso inoltre del caso del pozzo Pergola 1, a Marsico Nuovo, attualmente perforato ma non in esercizio, situato accanto a numerose sorgenti una delle quali è stata recentemente captata per fornire acqua al comprensorio interessato dalla crisi idrica.
"Nella lettera si specificano una seria di inadempienze da parte della regione Basilicata" spiega Lidia Ronzano, portavoce del Comitato Acqua Pubblica Peppe Di Bello. Una lista lunga di ciò che, secondo il Comitato, istituzioni ed enti responsabili della gestione della crisi idrica non hanno eseguito: analisi, monitoraggio, tutele per il territorio e per la sua acqua. "La captazione del Basento è stata una soluzione estrema" a cui si è arrivati per la mancanza delle dovute procedure di precauzione".
Una discussione che si sviluppa attorno a due temi specifici: gli strumenti di tutela necessari che per il Comitato non sono stati attivati dalla Regione e le conseguenze potenziali del pozzo Pergola 1 a Marsiconuovo. Il comitato sta organizzando una passeggiata sul posto, il 9 febbraio 2025, per avere conoscenza diretta della situazione.
Insieme al Comitato Acqua Pubblica "Peppe Di Bello", il coordinamento NO TRIV Basilicata si sta impegnando in questa lotta "che non riguarda solamente la nostra regione ma si estende a livello nazionale, per tutte le conseguenze potenziali negative", conferma Francesco Masi, portavoce del coordinamento regionale. "Un progetto enorme, che oltre agli scopi di Eni, denuncia i limiti di una politica nazionale che sta facendo di tutto per velocizzare gli aspetti normativi e conseguire questo stravolgimento. Questo ci dice che siamo sulla strada giusta da 10 anni e siamo ancora sul pezzo. Vogliamo portare in Basilicata energie da regioni limitrofe e bloccare questo progetto scellerato, aprendo un nuovo capitolo".