Crisi idrica: nuova mobilitazione del Comitato Acqua Pubblica, che si è riunito sabato 23 novembre in assemblea, nella sede del Cestrim a Potenza.
Il Comitato aveva manifestato in città esprimendo dubbi sulla sicurezza dell'acqua del fiume Basento, con la richiesta di una maggiore trasparenza nella gestione della crisi.
Una trasparenza che ancora non riscontrano. "Forse, a giorni, ci sarà questa famosa erogazione di acqua prelevata dal Basento ma ancora siamo in attesa di un'ultima analisi. Il punto fondamentale è adesso decidere cosa fare e come andare avanti. Abbiamo fatto delle richieste in un documento sottoscritto da oltre 40 associazioni, sindacati e partiti a cui non hanno dato risposte" spiega Rosario Gigliotti, portavoce del Comitato Acqua Pubblica.
Un forte malcontento, che evidenziano anche i numerosi cittadini presenti all'assemblea.
"Le colpe ci sono e appartengono a tutti quelli che negli ultimi 50 anni hanno governato il paese e la regione. C'è la necessità di aprire una vertenza perché le infrastrutture sono un problema essenziale per i cittadini. Un sistema idrico efficiente è fondamentale ma oggi paghiamo le conseguenze dell'abbandono".
"Un disastro qui in Basilicata, 140 mila cittadini si trovano adesso completamente senza acqua e con la necessità di servirsi dell'acqua del Basento, un fiume notoriamente inquinato. Non sappiamo sappiamo ancora bene che uso ne potremmo fare" afferma Lidia Ronzano, portavoce del Coordinamento Acqua Pubblica di Basilicata. "C'è una grande paura tra la popolazione".
L'assemblea è stata poi interrotta momentaneamente a causa della tragica notizia riguardante la morte di Giuseppe Di Bello, che fino all'ultimo ha combattuto questa battaglia. In seguito al minuto di silenzio a lui dedicato, il tavolo dei relatori e il pubblico esprimono la volontà di proseguire l'assemblea: "le lotte continuano anche in nome di chi non c'è più".