CELEBRAZIONI DEL 4 NOVEMBRE: IL DISCORSO DEL PREFETTO DI POTENZA MICHELE CAMPANARO

Festa delle Forze Armate: il discorso del Prefetto di Potenza Michele Campanaro.

Eccellenza Reverendissima, autorità civili e militari, associazioni combattentistiche e d’arma, ragazze e ragazzi, cittadine e cittadini, 

a voi tutti il mio sentito ringraziamento per avere voluto onorare con la vostra presenza le celebrazioni di questo 4 novembre, nella ricorrenza dell'Unità Nazionale e della giornata delle Forze Armate.

Ringrazio il Ministro per le Riforme istituzionali e la semplificazione normativa senatrice Maria Elisabetta Alberti Casellati che, non avendo potuto essere oggi qui presente, ha voluto indirizzare un suo messaggio alla comunità potentina a sottolineatura del valore di questa giornata.

Con il suo duplice significato di ricorrenza dell’Unità Nazionale e di festa delle Forze Armate, questa giornata è testimonianza esplicita dello stretto legame che unisce il Paese alla sua componente militare: donne e uomini che oggi prestano servizio esattamente come i soldati che combatterono, oltre un secolo fa, nel più sanguinoso conflitto europeo. 

Rivolgo il mio commosso pensiero ai tanti caduti nell’adempimento del dovere nelle terribili guerre che hanno sconvolto il secolo scorso, come anche a quei soldati vittime nelle odierne missioni militari di pace e nella quotidiana attività di servizio, per garantire sicurezza delle comunità e salvaguardia delle libere istituzioni.

La nostra Carta Costituzionale ha reso esplicito questo sentimento di vicinanza, perché è la Repubblica tutta intera, frutto della libera scelta dei cittadini, a rivolgere il suo grazie alle Forze Armate. A sancire questo legame, le celebrazioni odierne si arricchiscono qui a Potenza ed in altre trentacinque Città italiane, dell’evento “Caserme Aperte”, con l’apertura della “Caserma Lucania”, adesso sede del Comando Legione Carabinieri “Basilicata”, dove ci recheremo al termine di questa cerimonia.  

 

A centosei anni di distanza, ricordiamo oggi la conclusione vittoriosa della Grande Guerra, che completò il percorso risorgimentale dell’Unità d’Italia,con l’ingresso dell’Esercito a Trento e l’arrivo a Trieste dell’Audace e della Grecale della nostra Marina , dopo l’armistizio di Villa Giusti a Padova entrato in vigore il 4 novembre 1918.

Quattro anni prima, lo scoppio della guerra aveva conclamato la fallimentare incapacità delle classi dirigenti europee di comporre aspirazioni e interessi nazionali in modo pacifico, anziché cedere alle lusinghe di un nazionalismo aggressivo tradottosi in una guerra spietata, con il sacrifico di più di dieci milioni di soldati, oltre ad un numero imprecisato di caduti civili. 

Unico nel suo genere in tutto il panorama documentario europeo, in Italia fu istituito nel 1926 dal Ministero della Guerra l’“Albo d’oro dei caduti della guerra mondiale”, un albo d’onore in cui sono stati indicati tutti i nominativi dei militari italiani caduti durante il conflitto o per cause ad esso direttamente riconducibili. Ventotto volumi complessivi (il primo pubblicato nel 1926, l’ultimo nel 1964), ove sono riportate informazioni su 529.025 caduti italiani. La cifra è sicuramente inferiore al numero complessivo dei soldati italiani morti nel corso della Grande Guerra e nei due anni successivi, tant’è che l’opinione corrente fa ascendere il numero delle vittime militari del conflitto a circa 650.000. 

I caduti della Basilicata conteggiati nell’Albo d’oro sono 7.352 e costituiscono l’1,39% del totale, un contributo di vite umane elevatissimo, se messo in relazione alla popolazione dell’epoca: secondo il censimento del 1911, infatti, la Basilicata contava 485.911 abitanti, l’1,36% del totale nazionale, sicché nel rapporto caduti/popolazione residente alla Basilicata và attribuito il triste primato dell’aver dato alla Grande Guerra il maggior apporto in termini di vite umane. 

Una interessante mostra documentaria realizzata dall’Archivio di Stato di Potenza nel 2015, in occasione delle iniziative per il centenario della Prima guerra mondiale, ha restituito alla memoria, attraverso il suo catalogo “L’ora trepida delle armi”, un’articolata serie di documenti che ricostruiscono gli eventi che investirono in quel periodo la società lucana. Si tratta per la gran parte di fonti documentali pubbliche, provenienti nella quasi totalità dal fondo della Prefettura di Potenza, conservato presso l’Archivio di Stato della Città; ma anche fonti archivistiche private, provenienti dalla Sottosezione di Potenza dell’Ufficio per le notizie alle famiglie dei militari di terra e di mare o dal carteggio del generale Giuseppe Pennella di Rionero in Vulture, pluridecorato del Regio Esercito, con incarichi di vertice durante la Grande Guerra.   

Nata trent’anni dopo, la nostra Costituzione ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie, privilegia la pace, il rispetto dei diritti umani e delle minoranze, la collaborazione internazionale. 

Le nostre Forze Armate sono parte fondamentale di questo disegno e sono impegnate per garantire la sicurezza e la pace, anche in ambito internazionale.

Eppure, dopo oltre settanta anni di pace, la tragedia della guerra è riapparsa in tutta la sua tragicità e si è tornati a morire, nel cuore dell’Europa come nel Medioriente. Ricordava qualche giorno fa la Presidente di Unicef Basilicata, riprendendo un dato di Unicef internazionale, che sono 57 i conflitti in questo momento nel mondo, con il coinvolgimento di 450 milioni di bambini che vivono e muoiono in zone di guerra.

Non dobbiamo e non vogliamo abituarci alla guerra, ma è quello che sta accadendo, benché ogni giorno la pace gridi tutta la sua urgenza. 

Abbiamo il dovere di opporci tutti attraverso una rinnovata collaborazione tra popoli, costruendo ponti e rinforzando la solidarietà tra le diverse comunità.

Rivolgendomi ai più giovani oggi qui presenti, avverto il bisogno di incoraggiarli a tenere viva la memoria dei caduti e delle sofferenze di allora, come antidoto ai rischi legati alle minacce delle nuove guerre di oggi. Il nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricordato più volte, nel corso del suo mandato, che coltivare la memoria di tutti coloro che si sono sacrificati sull'Altare della Patria e della nostra libertà per l’edificazione di uno Stato democratico significa comprendere l’inestimabile ricchezza morale che ci hanno trasmesso. 

Alla sensibilità ed alla fame di vita dei ragazzi, rassegno quindi le tessere del mosaico che in questa giornata celebriamo. Dopo la disfatta di Caporetto, l’Italia seppe reagire con l’orgoglio e la determinazione di una giovane Nazione: furono numerose le testimonianze di eroismo e di sacrificio dei nostri soldati, tantissimi eroi sono rimasti ignoti, ma a tutti loro e a quanti ci hanno donato il compimento del disegno risorgimentale deve andare ancora oggi la gratitudine del Paese. 

Ho ancora viva l’emozione del “Treno della Memoria” che due anni fa, esattamente in questi giorni, ha fatto tappa anche qui a Potenza, per ricordarci di quel convoglio che, partito da Aquileia il 29 ottobre del 1921 ed arrivato a Roma il 2 novembre successivo, ha voluto onorare, nella salma sconosciuta tumulata nel sacello dell’Altare della Patria, indicata da Maria Bergamàs, mamma di Antonio morto sul fronte, gli atti di sacrificio e di eroismo di migliaia di soldati rimasti senza un nome.

Queste tessere di mosaico possono sembrare molto lontane. Ma i terribili accadimenti oggi in atto nel mondo, ci fanno ricordare che l’impegno per una memoria, attiva e vigile, del dolore e delle vittime dei conflitti del secolo scorso, deve consolidare le scelte di pace, di libertà, di serena e rispettosa convivenza tra le persone e tra i popoli. 

Mi avvio a concludere non prima di aver ringraziato il dirigente scolastico, i professori e gli studenti del Liceo artistico, musicale e coreutico “Walter Gropius” di Potenza, per aver impreziosito anche oggi questa solenne commemorazione. 

Le loro note musicali hanno risuonato davanti alla sacralità di questo Monumento ove abbiamo deposto la corona, opera che ricorda i nomi dei 253 caduti di questa Città nella Grande Guerra, riqualificata un anno fa nella parte bronzea grazie all’impegno della Sezione di Potenza dell’Unione Nazionale Ufficiali in Congedo d’Italia, a cui rinnovo un sincero ringraziamento. 

A distanza di un anno, confido sempre che possa essere restituita piena dignità alla memoria dei Caduti di Potenza, con il rapido completamento dei lavori di questo Monumento sulle porzioni in pietra e marmo del cippo, attraverso il necessario sostegno delle istituzioni locali.     

Con questi auspici, raccogliamoci tutti intorno alla nostra Patria e rendiamo omaggio alla nostra bandiera tricolore, consegnata simbolicamente nelle mani dei giovani studenti dell’Istituto di Istruzione Superiore“Giustino Fortunato” di Rionero in Vulture, rinnovato gesto di speranza di Pace.

Viva le Forze Armate, viva l’Italia, viva la Pace!