Espressioni dell’anima, evento ospitato nella suggestiva cornice della Cappella dei Celestini di Potenza, ha rappresentato la tappa conclusiva di un percorso artistico e creativo nato all’interno delle comunità del Giardino di Alice.
Il progetto ha preso forma a partire dalle opere di Marco Bitetto, ospite della struttura e autore di una ricca produzione di quadri, sculture e poesie, realizzate in gran parte prima del suo ingresso in comunità. La sua passione, condivisa con gli altri ospiti, è diventata il punto di partenza per un laboratorio corale che ha attraversato l’arte visiva, la poesia e la riflessione collettiva.
Le poesie di Bitetto sono state lette, discusse e collocate nel contesto della pittura italiana, generando un dialogo creativo che ha coinvolto tutti i partecipanti. Da questo confronto sono nati testi nuovi, scritti dagli ospiti stessi, che arricchiscono il materiale originale e testimoniano un percorso di crescita personale e di espressione condivisa.
Il Giardino di Alice, che comprende tre comunità distribuite tra Tolve e Acerenza, accoglie pazienti adulti con patologie psichiatriche e persone autrici di reato inserite in programmi di misura alternativa alla detenzione. L’obiettivo comune è il reinserimento sociale, raggiunto attraverso percorsi individualizzati di riabilitazione psichiatrica e supporto globale. Educatori, operatori sociosanitari, psicologi e psichiatri lavorano in sinergia per accompagnare ogni ospite verso il recupero dell’autonomia e la possibilità di ritrovare un posto stabile nel proprio contesto di vita.
L'appuntamento alla Cappella dei Celestini ha dato voce a questo cammino. Gli ospiti hanno letto le poesie di Marco Bitetto, mentre un altro protagonista dell’evento, musicista di tradizione, ha accompagnato il tutto con intermezzi sonori realizzati con tamburi, fischietti e strumenti popolari. Il ritmo della musica si è intrecciato con la parola poetica, creando un’atmosfera intensa e partecipata.
Le opere di Bitetto, elaborate e reinterpretate durante un mese di lavoro con i ragazzi, hanno trovato così una nuova dimensione: non solo quadri o testi, ma elementi vivi di un’esperienza comunitaria, capace di trasformare l’arte in strumento di relazione, cura e rinascita.









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