Questione idrica: per l'agricoltura è già tempo di correre ai ripari per salvaguardare colture oritcole e zootecnia dagli effetti della carenza di acqua. Ne hanno discusso oggi al Tavolo verde i rappresentanti delle associazioni agricole della regione con l'assessore regionale Cicala.
Altra questione nodale, il rapporto tra la Basilicata, macro fornitore di acqua, e la Puglia. L'assessore regionale all'agricoltura, Carmine Cicala, ha sottolineato: "Vogliamo giungere a un documento condiviso, che porti sul tavolo dell’accordo di programma tutte le esigenze sottolineate dal Tavolo verde, ma anche dai colleghi assessori. Sto dialogando con tutti gli attori, e sono tanti. Il principio di solidarietà resta sempre in piedi ma non possiamo permettere che una zona importante come ad esempio il lavellese rimanga a secco".
L’obiettivo è snellire, velocizzare, avere consapevolezza dell’emergenza e della necessità di agire velocemente. Abbiamo atteso per avere i dati reali in questo momento sulla capienza dei nostri invasi e le capacità dei pozzi per determinare una reale ripartizione dei volumi disponibili.
Tra le istanze portate al tavolo dagli agricoltori, il monitoraggio dei flussi. Giambattista Lorusso, coordinatore Regionale Cia: "Gli agricoltori hanno già impiantato delle colture importanti e non possiamo poi trovarci a dire loro che non c'è acqua".
Antonio Pessolani di Coldiretti: "Da tempo chiediamo attenzione sulla crisi idrica. Occorre individuare una figura tecnica che possa assumere la qualifica di commissario, come è avvenuto sul potabile, per poter fare degli interventi precisi se dovessimo trovarci in una situazione di grave carenza".
Antonio Sonnessa, di Confagricoltura, oltre alla figura del commissario, chiede "per la zona del lavellese che è la più colpita, di poter invasare la diga del Rendina. Certo non ai massimi livelli storici, ma almeno ad un livello di 3/4 milioni di metri cubi che potrebbe dare un sollievo alle colture della zona".