Oggi venerdì 7 febbraio, alle ore 17, nell’Auditorium dell’Immacolata nel Parco del Seminario, è stato inaugurato l’Anno Giudiziario 2025 del Tribunale Ecclesiastico Interdiocesano di Basilicata.
L’evento è un'occasione di discussione e approfondimento su alcuni temi centrali nel dibattito pubblico: giustizia ecclesiastica, accoglienza dei migranti e diritto. Introduce S.E. Mons. Davide Carbonaro, Arcivescovo di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo e Moderatore del Tribunale Ecclesiastico Interdiocesano. "La chiesa è sempre vicino agli ultimi, perché la vicinanza è nel Vangelo. La chiesa continua questa vocazione, quindi anche il tribunale ecclesiastico ha questa funzione, ovvero essere uno strumento di vicinanza al popolo".
L'incontro prosegue con l'intervento di Don Nicola Salvatore Balzano, Vicario Giudiziale del Tribunale Ecclesiastico il quale presenta la relazione sull’attività dell’anno giudiziario 2024. "Nell'anno 2024 su 31 cause ben 18 hanno avuto l'assegnazione del patrono stabile. Con tale servizio ci sforziamo ad assicurare conforto. Ogni causa senza particolare difficoltà presso il nostro tribunale ha una durata inferiore di un anno". Don Nicola Balzano riporta alcuni dati relativi all'ottavo anno di attività del Tribunale, nel periodo compreso tra il 1 gennaio 2024 e il 31 dicembre 2024, di seguito elencati:
- 44 Cause al 01 gennaio 2024
- 33 Cause introdotte durante l'anno
- 34 Cause terminate - 0 Cause archiviate
- 1 Causa con perizia
- 41 Cause pendenti al 31 dicembre 2024
- 18 Cause assegnazione gratuito patrocinio
Si prosegue con il momento centrale dell'incontro, entrando nel merito del tema dell'accoglienza dei migranti e dei diritti, con l'intervento di S.E. Mons. Francesco Savino, Vescovo di Cassano All’Jonio e Vice Presidente per l’Italia Meridionale della Conferenza Episcopale Italiana. "Il focus del mio intervento presenta una certa difficoltà. Per coniugare accoglienza di chi emigra e diritto, entrambi declinati nell'orizzonte della giustizia sociale, è richiesta una sintesi coraggiosa, attenta e umanamente accettabile. Una autentica pace nella giustizia non ci sarà fin quando la questione immigrazione non è incanalata nell'accoglienza e nel diritto di tutti i popoli".
Il vescovo Savino procede il suo discorso ponendo l'attenzione sulle condizioni dell'Italia. "Il numero di italiani che va all'estero è maggiore di quello degli immigrati che vengono in Italia. Questo ci fa cogliere il concetto di immigrazione come bisogno non come problematica . Alla luce di questo è necessaria una proposta creativa e creatrice di una cultura dell'incontro". La prospettiva da cui guardare il fenomeno dell'immigrazione è spiegata dal Vescovo Savino in modo semplice: "le migrazioni sono flussi di persone che si spostano per necessità. Finché ci saranno immigrati non accolti, noi non saremo felici". Conclude il suo intervento con un'affermazione che si trasforma in un invito per tutti: "Dobbiamo lasciare il mondo migliore di come l'abbiamo trovato".
L'ultimo intervento dell'evento è quello di Maria Elisabetta Alberti Casellati, Ministra per le Riforme Istituzionali e la Semplificazione Normativa, esperta di Diritto Canonico che analizza il tema da un punto di vista giuridico.
"Il tema di oggi è difficile ma offre un'occasione per riflettere su un fenomeno epocale che per le dimensioni planetarie richiede di essere inquadrato in un'ottica estesa. Il mio compito è stato affrontare il tema dal punto di vista giuridico. Nella Costituzione italiana non è presente alcun riferimento espresso all'immigrazione e questo accade per carattere storico. Noi però siamo un popolo accogliente e solidale, aperto alla contaminazione culturale, anche questo atteggiamento è motivato storicamente per la nostra collocazione geografica".
La ministra Casellati prosegue evidenziando un confronto tra l'Italia e altri stati sul permesso di soggiorno e sulla gestione degli immigrati, per poi proseguire con un discorso generale sull'accoglienza da un punto di vista etico. "L'accoglienza non può essere disgiunta dalla dignità delle persone, per nessuno. La solidarietà resta parola vuota se non poggia su dati concreti di realtà. Dunque è un nostro dovere prima etico e poi costituzionale". Riporta alcuni dati relativi all'emigrazioni nell'anno 2024: "I migranti globali sono 281 milioni a cui si aggiungono 117 milioni di migranti forzati.
In presenza di queste cifre la possibilità di garantire incondizionatamente una gamma di diritti fondamentali e condizioni dignitose è impraticabile sull'azione di governo. La regolamentazione richiede la ponderazione di svariati interessi che bisogna bilanciare. Tra questi cita la sicurezza, la sanità, l'ordine pubblico e l'occupazione. "È un bilanciamento complesso che costringe chi governa a decisioni dolorose ma che va impostato certamente in termini ragionevoli. L'immigrazione in Italia è un problema che supera la dimensione nazionale quindi è necessario che tutti si mobilitino".
La Ministra Casellati conclude il suo intervento con un' affermazione che riguarda ognuno di noi: "Il problema non è solo dell' Europa, dei governanti, degli Stati, ma di tutto il mondo, dove per me il male peggiore rimane l'indifferenza".