Il neoassessore all’Agricoltura Cicala quando comunica con l’esterno dovrebbe prestare maggiore attenzione; da uomo di governo, dovrebbe far prevalere il ruolo istituzionale che ricopre rispetto alla tessera di Partito. E’ quanto dichiara il Consigliere regionale del Partito Democratico Roberto Cifarelli.
Con una interrogazione al Presidente della Giunta ho chiesto conto sul perché in una recente comunicazione istituzionale indirizzata alle associazioni venatorie avente per oggetto: “ Comunicazione per i Cacciatori della Basilicata – Stagione venatoria 2024-2025”, su carta intestata dell’Assessore insieme al simbolo della Regione Basilicata si distingue il simbolo del partito di appartenenza dell’Assessore (Fratelli d’Italia).
Insomma...come se fosse una “normale” velina di Partito e non una nota istituzionale che per la sua provenienza nonché per il ruolo di governo ricoperto dall’intestatario avrebbe dovuto caratterizzarsi per la sua terzietà ed imparzialità, sia in termini di contenuti che grafici. Questo è uno dei casi in cui la forma è sostanza.
L’oggetto della comunicazione poi – aggiunge l’esponente Dem – riguardava un argomento piuttosto sentito: le nuove modalità di consegna dei tesserini venatori regionali che, ai sensi dell’art. 33 della Legge Regionale n. 2 del 1995, vengono rilasciati ogni anno ai cacciatori ed autorizzano l’attività di caccia per una stagione.
Sull’argomento si è sviluppato un ampio dibattito con proposte e suggerimenti che hanno visto legittimamente protagoniste le associazioni medesime.
Proposte e suggerimenti che puntualmente non hanno avuto alcun seguito, ma che comunque, hanno confermato quanto sia vitale nella nostra regione il mondo venatorio.
Non vogliamo “buttare la croce” sulle spalle del neoassessore, – afferma il Consigliere - anche perché, nel corso degli ultimi anni, abbiamo assistito a “scivoloni” di ben altra portata da parte di altri protagonisti della vita politica regionale.
Però è bene ricordare che – conclude Cifarelli - l’imparzialità della funzione di governo è garanzia della “sacralità” laica delle Istituzioni pubbliche e rappresenta una parte sostanziale di quanto stabilisce l’articolo 54 della Costituzione quando puntualizza che “ I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina e onore”.