APPALTI PUBBLICI IN EDILIZIA , FILLEA CGIL, FENEAL UIL: "DA ISTITUZIONI E STAZIONI APPALTANTI UN SILENZIO ASSORDANTE”

APPALTI PUBBLICI IN EDILIZIA , FILLEA CGIL, FENEAL UIL: "DA ISTITUZIONI E STAZIONI APPALTANTI UN SILENZIO ASSORDANTE”

A inizio anno – esattamente il 7 gennaio scorso – abbiamo inviato ai responsabili delle più importanti stazioni appaltanti pubbliche operanti nella nostra regione  - il presidente della giunta regionale, i presidenti delle Province di Potenza e Matera, il sindaco di Potenza e l’ex commissario del Comune di Matera, gli amministratori unici delle aziende per l’edilizia residenziale pubblica di  Potenza e Matera e dell’Acquedotto Lucano – la piattaforma unitaria Fillea Cgil, Feneal Uil e Filca Cisl per la stipula di protocolli di intesa in materia di appalti di lavori pubblici e le relative richieste di incontro per l’avvio dei tavoli di confronto. 


 Siamo oramai sull’ultimo scorcio del 2025 e, se si fa eccezione per alcuni incontri preliminari avvenuti con il presidente alla Provincia di Potenza e l'amministratore unico dell’Ater di Matera cui, però, gli stessi non hanno dato alcun seguito, continua a permanere un “silenzio assordante “ da parte di tutte le istituzioni e aziende pubbliche chiamate in causa. 
 
Come Fillea Cgil e Feneal Uil riteniamo del tutto censurabile il protrarsi di un atteggiamento di indisponibilità a qualsiasi confronto con forze sociali ampiamente rappresentative di una parte rilevante del mondo del lavoro regionale, quali sono i lavoratori e le lavoratrici dell’ampia filiera produttiva dell’edilizia, da parte dei vertici politici delle Istituzioni di governo regionale e locale, nonché da chi esercita responsabilità di gestione apicali di importanti agenzie pubbliche regionali. 
 
Siamo, forse, di fronte al diffuso convincimento recondito tra i vertici istituzionali e amministrativi che, in materia di appalti pubblici, il miglior modo di conseguire gli interessi pubblici sia quello che non bisogna “disturbare il manovratore”? Ovvero sottrarsi a qualsiasi forma di confronto e controllo sociale? 
 
Noi pensiamo l’esatto opposto. 
 
Per questo reitereremo a tutti i soggetti pubblici surrichiamati, a partire dal presidente della giunta regionale, la richiesta di avviare i tavoli di confronto e, a sostegno, metteremo in essere tutte le azioni e iniziative sindacali che si renderanno opportune e necessarie. 
 
Con la definizione dei protocolli di intesa sugli appalti pubblici di lavori e la loro successiva implementazione e monitoraggio, infatti, si intendono perseguire – nel rispetto del quadro normativo vigente e in rapporto ai poteri e alle prerogative affidate alle stazioni appaltanti – proprio quei fondamentali interessi pubblici e collettivi, precipuamente attraverso il contrasto dei subappalti a “cascata” (catena di subappalti dei subappalti) e il superamento degli affidamenti al  “massimo ribasso“, tesi a garantire legalità e trasparenza nelle dinamiche del mercato dei lavori pubblici, realizzazione di opere di qualità, con costi e tempi certi di esecuzione, attraverso l’impiego di lavoro di qualità, il contrasto al lavoro irregolare e ai fenomeni di dumping contrattuale che si verificano quando non si applicano i Contratti Collettivi dell’edilizia firmati dalle Organizzazioni Sindacali e Imprenditoriali di settore comparativamente più rappresentative, la piena applicazione della legislazione e delle norme contrattuali, con particolare riguardo allo svolgimento di formazione reale garantita dalla CassaEdile/Edil Cassa Regionali e all’attuazione di misure e dispositivi di prevenzione, a tutela della salute e sicurezza dei lavoratori nei cantieri. 
 
Non per minore importanza, riteniamo di sottolineare, infine, che tutte le suddette condizioni possono esplicare anche una funzione di  deterrenza e contrasto avverso fenomeni corruttivi e/o di infiltrazione di interessi illeciti, organizzati o meno, nel ciclo degli appalti pubblici. 
                                          
 


 

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