Dopo i cinghiali, arrivano gli istrici. Sempre più frequenti e problematiche le interazioni fra gli uomini di campagna e di città e gli animali del bosco.
L'Alsia ha recentemente segnalato in una nota sul proprio sito ufficiale, che <durante l’annata agraria 2023 i tecnici dell’ALSIA hanno avuto più volte segnalazioni di danni provocati dall’istrice (Hystrix cristata), sia nella zona del medio ed alto Sinni e dei suoi affluenti sia nella valle del Noce. Le colture danneggiate sono numerose e vanno dalla vite alle ortive, come il peperone di Senise IGP>. Questo grande roditore dalle abitudini notturne, diffuso in Europa meridionale e in Africa, infatti, è totalmente erbivoro e può compiere autentiche razzie tra i filari delle colture ortive, della frutta e dei fiori, ma anche scavare in profondità per raggiungere radici e bulbi. La scarsità di nemici naturali e l'abbandono progressivo delle campagne stanno favorendo la diffusione dell'istrice. Di qui l'aumento delle segnalazioni di danni. In base a quanto riportato dall'Alsia, <nel caso del peperone di Senise IGP sono state danneggiate in maniera significativa sia le piante, private degli apici vegetativi, che le bacche, spesso lasciate a metà ancora attaccate al peduncolo>. Contrariamente a quanto si crede, l'istrice non è in grado di lanciare i suoi aculei, ma può drizzarli ed usarli come una corazza che scoraggia anche il più agguerrito dei predatori. Come impedire, allora, le razzie notturne nei campi? Per gli esperti dell'Alsia <l’unica difesa possibile per proteggere i campi coltivati è una buona recinzione interrata di 50 cm e alta perlomeno un metro e mezzo e, considerando che i cavi elettrificati anti cinghiale funzionano poco, è sicuramente da discutere un sistema comune che scoraggi entrambe le specie>.