DISABILITA', I GENITORI DEL CENTRO RHAM DI MATERA SCRIVONO AL PREFETTO

DISABILITA', I GENITORI DEL CENTRO RHAM DI MATERA SCRIVONO AL PREFETTO

Il Comitato Spontaneo Genitori “Bambini Speciali” scrive al prefetto di Matera affinché intervenga sulla Regione Basilicata per evitare l’interruzione delle terapie fondamentali per i loro figli. Si tratta delle famiglie dei bambini con disabilità che svolgono le loro terapie riabilitative al Centro Rham di Matera.

A causa del taglio del budget da parte della Regione, ora vedono interrotti i percorsi riabilitativi dei propri figli per mancanza di fondi. Chi dunque voglia garantire una qualità di vita dignitosa a questi bambini, dovrà pagare, ove possibile, le terapie necessarie.

<Egregio Prefetto - scrivono i genitori nella loro lettera - Desideriamo segnalarle l’incresciosa situazione che è venuta a crearsi da Ottobre scorso a danno di numerose famiglie fragili che usufruiscono dell’assistenza riabilitativa ex art.26 legge n. 833/1978 presso il Centro Rham di Matera. Parliamo di terapie fondamentali quali la neuropsichiatria infantile, la logoterapia, la neuro-psicomotricità, terapia occupazionale, la riabilitazione fisioterapica, senza le quali la qualità della vita di un bambino con disabilità è drasticamente ridotta.

Tali terapie sono infatti di fondamentale importanza soprattutto in età evolutiva, sia per i bambini con disabilità grave, che necessitano di supporto continuo, sia per i bambini con disabilità meno grave, che solo grazie alle terapie riabilitative possono sviluppare al massimo le proprie potenzialità e non essere così esclusi dalla vita sociale dei coetanei. Ogni giorno di mancata terapia è infatti un giorno perso per sempre, poiché è fondamentale lavorare sulla plasticità neuronale fino ai 12 anni di età>.

Il Sistema Sanitario Nazionale non offre questo tipo di terapia sul territorio, ma si appoggia a strutture private accreditate, delegando le Regioni alla distribuzione delle risorse finanziarie necessarie. La Regione Basilicata però, denuncia il comitato, ha tagliato i <fondi volti allo svolgimento delle terapie riabilitative ex art.26>. La ripartizione, inoltre, non avrebbe tenuto <in debita considerazione i bisogni assistenziali tipici dell’età evolutiva> e non avrebbe <colmato la carenza di risorse da assegnare prioritariamente a quelle strutture che, a fronte di ingenti e maggiori oneri rispetto a quelli sostenuti per le sole terapie domiciliari, dispongono anche di spazi specifici dedicati e di personale altamente qualificato e formato per gli interventi rivolti alle disabilità peculiari dei nostri figli.

Questo si è in pratica tradotto per tante, troppe famiglie, nella sospensione delle terapie per scarsa disponibilità di risorse economiche derivanti dalle assegnazioni di budget regionali>. 


 


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