Le Terre di Aristeo è un organismo nato con la legge 106/2014 che prevede l’istituzione, attraverso un Decreto del Ministro dei Beni dell’Attività del Turismo, dei Distretti turistici.
L'obiettivo è riqualificare e rilanciare l'offerta turistica dei territori, puntando al ripopolamento e alla rigenerazione di paesi e borghi. Il distretto lucano è da tempo pronto ad esplicitare tutto il suo potenziale in Basilicata, ma dalla Regione (infruttuosi i ripetuti solleciti di anno in anno) non arriva alcun segnale di interesse. Si sollecita solo una dichiarazione, non è richiesto alcun contributo economico. Nonostante le difficoltà e i muri di gomma, l'idea di fondo va avanti e Aristeo ha individuato partner privati e immobili storici da ristrutturare per dare vita al progetto che è destinato ad elevare il livello di ricettività dei nostri territori.
Tra i comuni coinvolti c’è Acerenza dove la proposta riguarda la disponibilità di 100 camere ampie (4/5 stelle) da ricavare in palazzi nobiliari e abitazioni da ristrutturare con un investimento di 43,7 milioni di euro. Nell’Accordo di Sviluppo Acerenza rientra nella Comunità Turistica Integrata Vulture-Alto Bradano – destinazione turistica dei Templari – di cui fanno parte anche Forenza, Maschito, Genzano di Lucania, Cancellara, Pietragalla, Palazzo, Tolve (circa 24 mila abitanti e che dispongono già di 291 posti letto 4-5 stelle). La premessa è che il progetto integra e migliora l'attuale assetto alberghiero, non si colloca in una posizione concorrenziale: punta, infatti, ad innalzare il target del potenziale flusso di visitatori. Ne parliamo con il sindaco Fernando Scattone che racconta di un paese sempre più proiettato a una dimensione turistica: “Abbiamo dati in crescita per quanto riguarda le presenze, a testimonianza che i piccoli borghi risultano particolarmente attrattivi”.
E' in grado di dirci quanti visitatori arrivano ad Acerenza in un anno?
“Ci attestiamo sui 30mila con una media di 5-6mila pernottamenti”.
Tutti attratti dalla cattedrale?
“Non solo. E' tutto il territorio che piace. E poi qui ci sono allevamenti che sul fronte attrattivo stanno incidendo in maniera massiccia. Mi riferisco a quello degli alpaca, con circa cento presenze giornaliere, e quello dei cavalli che propone lunghe passeggiate sulle nostre colline. A completare l'offerta c'è un buon livello enogastronomico. Si mangia bene all'insegna della genuinità e della tradizione”.
Il progetto del Distretto turistico Aristeo si inserisce, dunque, in un contesto fertile dal punto di vista turistico...
“Direi proprio di sì. E va a rilanciare un centro storico che conta diverse proprietà immobiliari abbandonate. Avevamo già noi cercato di invertire il trend proponendo qui l'idea delle case a un euro”.
E com'è andata?
“Dal punto di vista delle domande è andata benissimo. Ci sono arrivate da tutto il mondo, ma non abbiamo avuto riscontri sulla disponibilità da parte dei proprietari che continuano a tenere vuoti gli immobili abbandonandoli senza un minimo di manutenzione”.
Pensate a contromisure?
“Nell'ultimo anno, utilizzando giovani tecnici, abbiamo fatto un monitoraggio di tutto il centro storico con l'individuazione di singole proprietà immbilitari attraverso rilievi fotografici. Con questa mappatura diffidiamo i cittadini che sono disinteressati alle loro proprietà ma su cui, è bene sottolinearlo, hanno responsabilità civile e penale per la mancata manutenzione. Delle due l'una: o mettere in sicurezza gli immobili o cederli per il tramite del regolamento comunale sulle case a un euro”.
Aristeo ha l'obiettivo di elevare il target delle strutture ricettive. Potrebbe essere una spinta per far crescere l'intero sistema ricettivo?
“Credo proprio di sì. Anche noi stiamo lavorando su questo fronte. Abbiamo candidato ai fondi del Pnrr un immobile storico di proprietà della curia diocesana. Diventerà un hub di accoglienza con standard di primo livello. Qui sorgeranno anche laboratori artigianali per aumentare l'offerta turistica e attrarre visitatori con attività di altri tempi come la pasta fatta in casa e la produzione di dolci tipici di Acerenza”.