FONTI RINNOVABILI: VIA LIBERA A TRE IMPIANTI, IL PLAUSO DI LEGAMBIENTE

FONTI RINNOVABILI: VIA LIBERA A TRE IMPIANTI, IL PLAUSO DI LEGAMBIENTE

Via libera del Consiglio dei ministri per 7 impianti per la produzione di energia da fonti rInnovabili, di cui tre in territorio lucano. Il plauso di Legambiente Basilicata.

Si tratta del parco eolico “Piani di Piedina” a Venosa (10 aerogeneratori per un totale di 45 MW), del parco eolico "Monte San Vito” tra Grottole e Miglionico (10 aerogeneratori per un totale di 55 MW) e dell'impianto fotovoltaico “Pomarico 1” situato tra Pomarico, Montescaglioso e Bernalda (circa 20 MW). Nel corso della stessa seduta, il Consiglio dei Ministri ha espresso un parere negativo per un altro parco eolico proposto a Venosa. Secondo Antonio Lanorte, Presidente di Legambiente Basilicata <si tratta di un altro piccolo passo verso l'indipendenza energetica e la decarbonizzazione del sistema elettrico>. Lanorte ha ricordato che grazie al Decreto Aiuti del maggio 2022 <negli ultimi 2 anni in Italia abbiamo raddoppiato quanto fatto nei 12 mesi precedenti: da 1,4 GW del 2021 siamo passati ai 3 GW del 2022 e ai 6 GW (stimati) del 2023. Adesso è necessario raddoppiare anche nel 2024, arrivando a 12 GW all'anno, restando a questa nuova potenza installata annua in tutti gli anni fino al 2030. Per farlo serve la diffusione degli impianti di piccola taglia - e le Comunità energetiche ci aiuteranno - ma è fondamentale realizzare tanti impianti grandi, di taglia industriale (oltre agli investimenti su reti e accumuli). Solo così riusciremo ad arrivare al 100% di elettricità da rinnovabili al 2035, al pari della Germania. In questo contesto - sostiene ancora Lanorte - la nostra Regione è chiamata a fare la sua parte e la nuova fase di programmazione regionale dovrà avere come obiettivo primario un’economia a basso contenuto di carbonio>. Per Lanorte serve <snellire e velocizzare gli iter autorizzativi, accelerando sulla realizzazione dei grandi impianti a fonti pulite, sul revamping e repowering dell'eolico (con possibilità di ridurre il numero di turbine a parità di potenza installata), sul rapido sviluppo dell’agrivoltaico laddove compatibile con le produzioni agricole (e senza consumo di suolo) che sempre più dovrà sostituire il fotovoltaico a terra che invece dovrà essere ampiamente diffuso principalmente in aree industriali e/o degradate. E ancora investire su reti elettriche e accumuli, sulla diffusione delle comunità energetiche e degli impianti di digestione anaerobica per la produzione di biometano>.
Al contrario, Legambiente rileva che <il disciplinare approvato recentemente dalla Giunta regionale pone forti limiti alle rinnovabili anche nelle aree industriali>. Per Lanorte <è necessario aggiornare il PIEAR in modo che sappia cogliere gli aspetti legati alla transizione energetica oltre che a recepire un approccio più orientato a valorizzare le filiere energetiche. E costruire gli strumenti per favorire la partecipazione e il dibattito pubblico per superare le sindromi Nimby (non nel mio giardino) e Nimto (non nel mio mandato), definendo nel contempo un sistema di regole in grado di garantire la piena trasparenza rispetto agli incentivi, alle autorizzazioni e ai soggetti titolati ad accedervi, rafforzando e rendendo così quanto più impermeabile possibile il settore delle rinnovabili ai fenomeni d’infiltrazione e di condizionamento illegale e mafioso>.