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CASCATE DI SAN FELE, LA VISITA DEL PRESIDENTE DEL PARCO DEL VULTURE DI LUCCHIO

CASCATE DI SAN FELE, LA VISITA DEL PRESIDENTE DEL PARCO DEL VULTURE DI LUCCHIO

Il Primo febbraio 2025  la Presidente del Parco Regionale del Vulture, FrancescaDi Lucchio ha fatto visita-sopralluogo alle cascate di San Fele, al fine di verificare lo stato dei luoghi, anche dopo le abbondanti nevicate dei giorni scorsi e le condizioni della rete sentieristica, considerato l'approsimarsi nei prossimi mesi dell'inizio della stagione turistica a partire dalle festivita' di Pasqua e Pasquetta 2025 •

Le Cascate di San Fele al pari degli splendidi laghi di Monticchio rappresentano un punto nevralgico di alto valore ambientale, paesaggistico, storico-culturale. La Presidente Di Lucchio , pur riconoscendo il grande impegno della comunita' locale e dell'associazione U attenniere , ritiene necessario programmare, nel breve giro interventi che possano consentire una fruizione in sicurezza dell'area.

In questi anni, grazie a questo importante impegno volontario dell'associazione, migliaia e migliaia di visitatori da ogni luogo della Basilicata, dalle regioni limitrofe, dall' Italia e molti anche dall'estero hanno visitato la comunità ed ammirato la straordinaria bellezza delle Cascate di San Fele, diventando meritevolmente uno degli attrattori più importanti della Basilicata e visitati della Basilicata, tutto questo senza alcun spreco di risorse pubbliche.

Le cascate di San Fele: Il torrente Bradano scorga dall'appennino Lucano, in località Matise di San Fele in provincia di Potenza, per confluire nella fiumara di Atella e poi nel fiume Ofanto.

Attraversando il territorio del comune di San Fele, il torrente è costretto ad effettuare dei particolari salti di quota che danno origine alle naturali e suggestive cascate di San Fele. Le cascate prendono il nome " U uattënniére ", la trasposizione dialettale di "Gualchiera": macchina utilizzata in antichi opifici costruiti a ridosso delle cascate. Sfruttando la forza dell'acqua, una grande ruota azionata trasmetteva il movimento ad un cilindro orizzontale nel quale erano inserite, verticalmente, le aste dei folloni. Questi terminavano con pesanti magli ( o folloni) che, entrando e uscendo da una vasca (dove sul fondo venivano posti tessuti), servivano a gualcare la lana; le proprietà feltranti del panno venivano così rese più compatte e meno ruvide.

La Gualchiera di San Fele è rimasta in uso fino agli anni 40 del secolo scorso. La potenza dell'acqua veniva impiegata anche per il funzionamento di antichi molini (oltre 20), i cui resti (così come quelli della Gualchiera) testimoniano l'ingegno e la dedizione al lavoro dei Sanfelesi.

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