CRISI IDRICA, IL COMITATO DEI GENITORI SCRIVE AL SINDACO
Crisi idrica e uso delle acque del Basento: il Comitato dei genitori di Potenza chiede l’impegno del sindaco per la salute dei cittadini. Questa la lettera aperta che riceviamo e pubblichiamo.
“Noi Genitori Consapevoli Basilicata, a sostegno dei fanciulli e dei ragazzi che usufruiscono del servizio mensa scolastica e dei loro genitori riuniti in Comitato per tutelare i diritti dei propri figli – primi fra tutti il diritto alla salute e il diritto all’istruzione – vogliamo e dobbiamo sottolineare con forza l’estrema consapevolezza con la quale pretendiamo dal Primo Cittadino risposte esaustive, puntuali ed assertive circa il bisogno primario che abbiamo tutti il dovere di difendere: l’acqua. Il giudizio di idoneità alla potabilità espresso dall’ASP in considerazione dell’art.13 comma
8 del D. Leg.vo n.18/2023 ci racconta di acque destinate per la prima volta al consumo umano per le quali, in considerazione del dichiarato stato di emergenza idro-potabile e non avendo trovato altri mezzi congrui a garantire l’accesso della popolazione tutta alla risorsa acqua, viene espresso parere favorevole in deroga alle campionature stagionali previste dalla norma.
Deroga che, probabilmente, potrebbe in un futuro prossimo riguardare parametri quantomeno interessanti, essendo il torrente Tora, a valle del quale si è provveduto a captare le acque del Basento ove confluisce, protagonista lo scorso anno di una inchiesta per disastro ambientale dovuta alla presenza in altissime concentrazioni di sostanze chimiche cancerogene.
Trielina, fenoli, fosfati, tensioattivi, tutti elementi “trattati ed efficacemente rimossi sulla base della letteratura scientifica e dell’esperienza” dal potabilizzatore, nonostante le concentrazioni rilevate siano superiori ai limiti tassativamente imposti dalla legge, così come dichiarato dall’Istituto Superiore di Sanità, che ritiene comunque opportuno “prevedere a fini precauzionali circostanze di peggior scenario che possano limitarne l’uso”.
Lei sig. Sindaco, depositario delle funzioni di tutela della salute e, specificamente, di quelle in materia di igiene e sanità riconosciute dagli artt. 216 e 217 TULS, ha il dovere e la responsabilità di far fronte alle circostanze intervenute successivamente al rilascio di autorizzazioni di organi tecnici statali o regionali, pur non potendo intervenire sulle loro decisioni.
Il potere di cui all’art.50, comma 5, TUEL, attribuito al sindaco quale rappresentante della comunità locale al fine di emanare ordinanze contingibili e urgenti in caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica, permette di tutelare gli interessi ordinari dei cittadini proprio in occasioni straordinarie.
E cosa c’è di più straordinario di uno stato di emergenza, della sospensione della fornitura idrica per più di 12 ore al giorno, tutti i giorni, del ricorso “urgente ed obbligato” ad acque dichiarate inidonee all’irrigazione e improvvisamente diventate potabili per la popolazione?
Lei, Signor Sindaco, è chiamato dai suoi concittadini ad applicare il principio di precauzione in difesa della salute dei più piccoli, fruitori di un servizio erogato dal Comune, gestito da una cooperativa e regolamentato da norme vetuste ed in contrasto con la normativa vigente.
Il riferimento è in particolare all’art.5 del Regolamento per il funzionamento e la gestione partecipata del servizio di mensa scolastica comunale, le cui prescrizioni sono palesemente in contrasto, tra gli altri, con:
- gli art.32 e 34 della Costituzione che sanciscono il diritto alla salute e alla gratuita dell’ istruzione;
- il D.Lgs 59/2004 che descrive il tempo dedicato al servizio mensa e dopo-mensa come parte integrante del tempo scuola;
- il DM 31/12/83 in cui il servizio di refezione scolastica si configura come un servizio locale a domanda individuale, oneroso, facoltativo sia per l’ente che per l’utenza;
- il D.Lgs 63/2017 che prevede che il servizio di mensa sia attivabile a richiesta degli interessati;
- la sentenza della Corte di Cassazione n.20504 del 30/07/2019 in cui il diritto all’autorefezione, pur non definendosi un diritto soggettivo perfetto incondizionato, rappresenti tuttavia un diritto sociale (all’ Istruzione) il cui esercizio dipende dalle scelte organizzative delle singole istituzioni scolastiche obbligate a rimuovere tutti gli ostacoli che si frappongono all’esercizio dei predetti diritti sociali;
- la giurisprudenza cautelare e di merito, con le varie sentenze del TAR Lombardia (1836/2020, 2486/20, 0063/21)) e del Consiglio di Stato (ultima la 4444/2024), secondo le quali va riconosciuto agli studenti non interessati a fruire del servizio mensa il diritto a frequentare ugualmente il tempo mensa senza dover abbandonare i locali del refettorio, in pieno orario curriculare, con i propri compagni e in accordo con il dirigente scolastico;
- la sentenza n.3119 del 27/10/2017 del Tribunale di Potenza – Sezione civile, con la quale è stata disposta la facoltà di scelta da parte delle famiglie tra la refezione scolastica e il pasto domestico da consumare a scuola;
- la nota ASP PZ n.079768 del 13/07/2017 contenente indicazioni circa il consumo del pasto domestico a scuola.
Per tutto quanto sopra esposto, Noi genitori chiediamo quindi nuovamente, con forza e con la massima urgenza all’ Amministrazione comunale di:
- eliminare gli ostacoli burocratici al riconoscimento del diritto all’autorefezione, modificando con atto proprio il Regolamento comunale del servizio mensa scolastica;
- fornire le mense comunali deputate alla preparazione dei pasti per le scuole di ogni ordine compresi gli asili nido di appositi approvvigionamenti di acqua pura di fonte per la preparazione dei pasti;
- garantire la fornitura di acqua pura di fonte o imbottigliata per il consumo ai pasti nelle mense scolastiche e degli asili nido comunali per tutta la durata dell’immissione delle acque del Basento nel circuito di potabilizzazione e fornitura idrica cittadina.